Il decreto attuativo per sostenere l’innovazione nell’ambito dell’economia circolare è realtà. Con uno stanziamento complessivo di 210 milioni di euro di cui 150, per la concessione dei finanziamenti agevolati a valere sulle risorse del fondo FRI, e di 60 milioni per la concessione dei contributi alla spesa a valere sul Fondo sviluppo e coesione e sul Fondo per la crescita sostenibile, il decreto mira a sostenere la decarbonizzazione dell’economia, trasformandola in circolare, e favorendo azioni di contrasto alla crisi climatica e ambientale.

Obiettivo primario della misura di sostegno alle imprese quello di promuovere la ricerca, lo sviluppo e la sperimentazione di soluzioni innovative e sostenibili, per riconvertire le attività produttive verso un modello di economia circolare in cui il valore dei prodotti, dei materiali e delle risorse abbia una maggiore durata e la produzione di rifiuti sia ridotta al minimo.

Italia leader dell’economia circolare?

Secondo i dati riportati dal Rapporto nazionale sull’economia circolare in Italia 2020, realizzato dal Circular economy network (Cen) in collaborazione con Enea, l’Italia è tra le cinque principali economie europee per indice di circolarità, ovvero il valore attribuito secondo il grado di uso efficiente delle risorse in cinque categorie: produzione, consumo, gestione rifiuti, mercato delle materie prime seconde, investimenti e occupazione.

Nonostante questo, la transizione per un’economia circolare, secondo lo stesso rapporto, sembra aver subìto un rallentamento, visto che gli occupati nell’economia circolare tra il 2008 e il 2017 sono diminuiti dell’1 per cento anche a causa di scarsi investimenti destinati all’avanzamento tecnologico.

Interventi sistemici mirati alla realizzazione di infrastrutture e impianti, e maggiori investimenti nell’innovazione erano chiesti a gran voce da più parti, proprio per dare una spinta verso un nuovo modello di economia in grado di garantire anche per la mitigazione della crisi climatica.

Quali gli stanziamenti previsti per la transizione a un modello di economia circolare?

Il decreto firmato di recente finanzierà, attraverso contributo alla spesa e finanziamento agevolato, i progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale delle imprese finalizzati alla transizione a un modello di economia circolare, che prevedano un investimento non inferiore a 500mila euro e non superiore a 2 milioni di euro. I progetti, che dovranno avere una durata che va da un minimo di un anno a un massimo di 3, dovranno prevedere attività di ricerca e sviluppo strettamente connesse tra di loro in relazione all’obiettivo previsto, finalizzate alla riconversione produttiva delle attività economiche attraverso la realizzazione di nuovi prodotti, processi o servizi o al miglioramento di prodotti, processi o servizi esistenti.

Saranno possibile oggetto di finanziamento, per esempio, le innovazioni di prodotto o processo per l’utilizzo efficiente delle risorse e di trattamento e trasformazione dei rifiuti; le sperimentazioni di modelli tecnologici integrati per il rafforzamento dei percorsi di simbiosi industriale mirati a ridurre, riciclare, riusare scarti alimentari; i sistemi di consentono l’uso razionale e la sanificazione dell’acqua e quelli in grado di aumentare il tempo di vita dei prodotti e di efficientare il ciclo produttivo; le sperimentazioni di Smart Packaging.

Chi sono i beneficiari?

Possono beneficiare delle agevolazioni le imprese e i centri di ricerca iscritte nel Registro delle imprese, che abbiano depositato almeno due bilanci di attività, e che operano in prevalenza nel settore manifatturiero o in quello dei servizi diretti alle imprese manifatturiere.

Il decreto, al quale seguirà la pubblicazione del provvedimento di apertura dei termini per la presentazione delle domande, potrà essere oggetto di ulteriori co-finanziamenti da parte delle Regioni e Province autonome, come stabilito in sede di Conferenza unificata.

Fonte: Tech economy 2030